Dopo una buona levigatura, il legno assume un aspetto lucido e caldo, piacevole al tocco. Qualunque sia il tipo di essenza lavorata, sia impiallacciatura che legno massello, bisogna curare questa tappa, per ottenere una superficie perfetta dopo avere steso la vernice trasparente.
Da sempre, gli ebanisti hanno conferito una grande importanza alla levigatura del legno, qualunque sia la finitura adottata (olio, cera o vernice). Era un campo un po’ misterioso, poiché i segreti del laboratorio facevano ricorso a prodotti diversi, gelosamente custoditi. Oggi è comunque una parte abbastanza complessa della falegnameria, perché tutti i legni non reagiscono nello stesso modo alla levigatura e alla lucidatura. Alcuni assumono rapidamente un aspetto liscio e serico come, per esempio, il noce, il camino, il faggio, il corniolo, il frassino, il pero, l’acero, il melo, il meranti, il padouk e il teck. Altri, come il palissandro, sono un po’ oleosi, caratteristica che disturba l’operazione. In molti casi, come per esempio per la quercia europea o americana o ancora il sipo, bisogna prima applicare un turapori per otturare i piccoli fori che non permetterebbero di ottenere una superficie perfettamente liscia. Tuttavia, per ottenere una finitura molto accurata, vi consigliamo di applicare un turapori anche sui legni a grana molto fine. D’altro canto, la levigatura può essere difficile anche per la struttura stessa del legno. Per esempio, è possibile trovare qualche difficoltà nel levigare l’olmo (controfilo) e altri legni a fibra intricata. Tuttavia, è possibile ottenere una superficie molto liscia anche con una fibra molto tormentata, a condizione di utilizzare un abrasivo sufficientemente fine, passandolo in senso circolare. La levigatura delle parti curve o degli spigoli delle sculture pone problemi particolari: infatti, un legno non è mai perfettamente omogeneo ed esistono sempre differenze di densità e anche differenze di tinta. Anche levigando a lungo, constaterete delle irregolarità. Per rimediare a questo inconveniente potete procedere ad una levigatura a fondo, con un blocco di legno molto duro.
Indice
Raschiatura
Questa prima tappa è destinata a preparare il legno per la levigatura. Si effettua mediante un raschietto, che è una semplice lama d’acciaio con la quale si sfrega la superficie. Potete utilizzare sia del legno impiallacciato che del legno massello. Nel primo caso, bisogna prendere le precauzioni per non scheggiare il piallaccio che è sottile e abbastanza fragile.
Affilatura
Il raschietto deve essere preparato in modo molto particolare affinché “prenda” il legno in modo regolare e in piccole quantità. Cominciate passando la lima sul bordo, perché questo sia perfettamente in squadra; poi vengono cancellati i colpi di lima con una cote. Successivamente, con un affilatoio, si schiaccia il metallo, dopo aver posato la lama di piatto su una zeppa, per ottenere una sbavatura di metallo sullo spigolo. Capovolgete a questo punto la lama per ottenere una sbavatura simile sull’altro spigolo.
Senso
Il raschietto deve essere sempre passato nel senso della fibra. Lo si inclina più o meno a seconda della quantità di legno da asportare. Si lavora sempre tirando il raschietto verso di sé senza mai premerlo. Quando la fibra del legno non è omogenea, la superficie ottenuta non è perfettamente liscia. Questo piccolo difetto sarà eliminato in fase di levigatura. Una semplice raschiatura permette già di ottenere un bell’aspetto sui legni a grana regolare e fine.
Inumidimento
Dopo la raschiatura, che può essere seguita da una prima levigatura, le fibre del legno tagliate sono appiattite e schiacciate dalla lama, nascondendo delle irregolarità. Inumidite leggermente la superficie con dell’acqua tiepida in modo che le fibre si sollevino. Ciò permetterà in seguito di eliminarle con la levigatura, per ottenere una superficie impeccabile. Utilizzate un grosso pennello rotondo passandolo con movimenti regolari. Non inumidite troppo abbondantemente, in modo da non imbevere il legno che altrimenti si gonfierebbe. Nello stesso modo, procedete con prudenza per le impiallacciature, per evitare che si scollino.
Sui legni destinati ad essere tinteggiati, l’inumidimento e la levigatura sono seguite da un’applicazione di essenza di trementina e da una nuova levigatura con un abrasivo molto fine o anche con della pietra pomice.
Esecuzione della lucidatura per schiacciamento
Questo procedimento è interessante perché permette di ottenere un aspetto molto lucido anche per le parti difficili, in particolare gli spigoli. Consiste nell’effettuare una brunitura del legno, così come si bruniscono i metalli. Utilizzate un blocco di legno molto duro tagliato ad ugnatura. Passatelo sul legno premendo con forza con le due mani. Le fibre sono schiacciate in superficie ed assumono un aspetto motto lucido.
Levigatura
La classica carta vetrata è un eccellente abrasivo, che permette di ottenere una finitura di buona qualità. Generalmente si lavora progressivamente cominciando con una grana media per terminare con una grana molto fine. La prima levigatura, dopo aver inumidito il legno, permette di eliminare le fibre che sono sollevate. Le altre tappe sono destinate a migliorare la levigatura.
Blocchi per levigare
Per fare in modo che la superficie sia perfetta ed omogenea, utilizzate come blocco per levigare uno scarto di legno duro. Infatti, il legno tenero o il sughero aderiscono alle piccole irregolarità del legno senza eliminarle, mentre il legno duro spiana totalmente. Tuttavia, se il legno comporta dei nodi o venature, utilizzate un blocco per levigare di legno tenero che passerete in senso circolare. Se le fibre sono diritte, il blocco deve essere passato nel loro senso, senza deviazioni. Diminuite sempre la pressione sul blocco arrivando sul bordo di un pezzo per evitare di arrotondare lo spigolo.
Pietra pomice
La pietra pomice è il materiale tradizionalmente utilizzato dagli ebanisti per la levigatura. Per ottenere un buon risultato, bisogna levigare a lungo, ma l’aspetto finale è considerevole. È possibile utilizzare la pietra pomice, o della polvere di pomice con un blocco per levigare con una base in feltro. Con la polvere, è necessario inumidire la superficie o utilizzare dell’olio di vaselina.
Turapori e riempitivi
Il turapori è un prodotto destinato a riempire le fessure superficiali del legno. È indispensabile per i legni a grana abbastanza grossa, come la quercia, ma lo si utilizza anche per i legni a grana fine, in modo da ottenere delle superfici perfettamente omogenee. Il turapori permette anche al legno di reagire in modo più regolare all’applicazione della vernice che viene così assorbita meglio. Inoltre, questo prodotto costituisce una protezione efficace per il legno, rendendolo più impermeabile. La composizione dei turapori in commercio è variabile. Generalmente sono costituiti da un prodotto di riempimento (polvere) e da vernici addizionate di diversi elementi (amido, olio di lino, acquaragia, ecc.). Sono più o meno liquidi e impiegano più o meno tempo per asciugare (è possibile anche diluirli con dell’acquaragia o con dell’essenza di trementina). I turapori in polvere, che vengono passati sul mobile integrandoli ad una vernice, sono largamente impiegati. Potete anche preparare voi stessi il vostro turapori, mescolando del talco e della gommalacca (o altro tipo di vernice); potete anche utilizzare della polvere di pietra pomice (pomice di seta) mescolata in parti uguali con dell’amido ed alcune gocce di vernice ad alcool.
Applicazione
Affinché il prodotto penetri bene nel legno, dovete premere con forza. Per questo motivo si utilizza generalmente un tampone costituito da un panno di lana arrotolato strettamente, della dimensione di un uovo, che si avvolge con un pezzo di tela.
Versate un po’ di gommalacca e del turapori su un pezzo di legno. Passate il tampone sulla gommalacca e poi impregnatelo con la polvere. Stendete in modo regolare insistendo su tutte le parti del pezzo. Se la fibra è irregolare, passate in senso circolare. Se è diritta, passate perpendicolarmente alle fibre. Prima che il prodotto sia completamente essiccato, asciugate con un panno pulito per eliminare il prodotto in eccesso. Per ottenere una verniciatura veramente perfetta, procedete ad una nuova levigatura con della carta vetrata molto fine. Le vernici di fondo possono essere applicate anche con un pennello; passatelo perpendicolarmente alle fibre per fare un modo che il prodotto penetri.
Problemi di verniciatura
Esistono numerosi tipi di vernice, tutti destinati ad applicazioni particolari. Le vernici poliuretaniche sono facili da applicare ed apportano un buona protezione al legno; infatti, induriscono per reazione chimica (l’essiccamento è rapido) e lasciano una pellicola dura e più o meno lucida; generalmente vengono stese in due mani. Tuttavia, per i lavori di ebanisteria, in particolare per il rinnovo dei mobili antichi, si devono utilizzare vernici più tini, ma anche più difficili da utilizzare. Alcune vernici per ebanisteria sono tuttavia facili da applicare con un pennello piatto per verniciare: si ratta di prodotti all’olio di lino (lucido) o all’olio di soia (satinato). Le vernici cellulosiche si applicano con il tampone, apportano una finitura fine e nello stesso tempo una protezione efficace.
La lacca a tampone è una gommalacca diluita nell’alcool.
Preparazione
In tutti i casi bisogna prendere la precauzione di eliminare la polvere con cura dalla superficie, poiché le piccole impurità possono rovinare completamente l’aspetto finale.
D’altro canto, dovete lavorare su delle superfici non grasse, dato che senza questa operazione l’aderenza sarebbe imperfetta. Potete lavare il legno con della trielina prima di sciacquare con la benzina.
Lacca a tampone
È un’arte applicare la vernice al tampone secondo le regole, poiché persino i professionisti incontrano delle difficoltà. Ciò significa che bisogna allenarsi su degli scarti di legno, seguendo il più possibile i consigli di applicazione. La preparazione del tampone è molto importante. Per l’interno, utilizzate una lana morbida, non colorata (poiché potrebbe perdere il suo colore). Non cambiate troppo il tampone, ma imbevetelo spesso.
Turapori colorato
È un prodotto destinato a far riaffiorare le venature del legno; questo effetto si ottiene riempiendo i pori del legno con una pasta il cui colore spezza con quello del legno. Viene impiegata dunque solo sui legni a grana grossa come la quercia o il frassino, o sulle essenze esotiche dello stesso tipo. Si tratta infatti di una sorta di turapori, ma che è destinato ad essere ben visibile. Lo si deve dunque stendere dopo la tinteggiatura se il legno deve essere colorato. Questa pasta può essere colorata per dare effetti particolari. Stendete il turapori colorato essenzialmente sul legno massello, anche se è possibile applicarlo sui piallacci, prendendo le debite precauzioni. Bisogna preparare i legni approfondendo le venatura. Per far ciò, si passa generalmente una spazzola metallica, insistendo e seguendo la fibra del legno. Un altro procedimento (soprattutto utilizzato dai professionisti) è la sabbiatura.
Il turapori colorato è applicato successivamente sulla superficie in modo omogeneo; può essere necessario stenderne un secondo strato affinché i pori siano completamente riempiti.
Dopo essiccamento completo (rispettate i tempi consigliati dal produttore) e per ottenere una finitura perfetta, procedete ad una levigatura con la carta vetrata molto fine, conferendo una patina alla superficie. I legni trattati secondo questo procedimento possono ricevere tutti i tipi di finiture abituali, sia cere che vernice trasparente.