L’intreccio affascinante dei canali veneziani, che convogliano le acque del mare verso il nucleo della città, il ben noto fenomeno dell’acqua alta che si verifica a certi intervalli a Venezia dall’autunno fino alla primavera inondando regolarmente determinate zone e, infine, la distesa lagunare che fa da cornice a una delle città più famose nel mondo confermano quello che sembra ovvio: Venezia, nata nel mare, trae gran parte del suo fascino proprio dalla presenza dell’acqua.
Questo non deve però ingannare lo spettatore superficiale: quello che mancava a Venezia fino a poco più di un secolo fa era proprio l’acqua, l’acqua dolce s’intende. Per risolvere il problema permanente dell’acqua potabile, già a partire dall’VIII secolo furono create delle cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Nei secoli successivi questo prototipo del pozzo si trasformò in una vera e propria opera d’arte con pareti d’argilla impermeabili, condotto in mattone e uno strato di sabbia che fungeva da sistema di filtraggio. Questi pozzi erano di tale importanza vitale, che qualsiasi inquinamento comportava delle gravi sanzioni. L’acqua è indispensabile. In tutti gli esseri viventi rappresenta il costituente più importante; il corpo umano ne contiene addirittura il 70% in media. L’acqua è coinvolta in tutti i processi biologici: senza la sua presenza il corpo non sarebbe in grado di svolgere le sue funzioni (il metabolismo, la traspirazione e la respirazione). L’assunzione di acqua (liquidi) in quantità sufficiente al fabbisogno individuale è quindi essenziale.
Indice
LA QUALITÀ DELL’ACQUA
L’acqua buona dovrebbe essere un liquido inodore, insapore, incolore, se considerato in piccola quantità, e, se osservato in massa, di tinta verdeazzurra per via dell’assorbimento della luce. Come distinguere l’acqua buona da quella cattiva? Spesso, in particolare nelle grandi città, non è difficile valutare il liquido dalle caratteristiche ambigue che esce dal rubinetto: l’odore pungente del cloro o di altro disinfettante, una brodaglia lattiginosa e perfino di un’occasionale colorazione marroncina causata da infiltrazioni nelle tubature dopo forti piogge (anche se l’acqua risponde a requisiti molto rigidi riguardo alla sua purezza, quando viene immessa negli acquedotti dalle centrali idriche) non invitano certo a ingurgitarne quei setteotto bicchieri quotidiani, che gli scienziati dell’alimentazione ci esortano a bere per mantenerci ben idratati. Gli agenti chimici contenuti in concentrazione più o meno consistente nell’acqua potabile si sono purtroppo rivelati necessari a causa dei più svariati pericoli che in passato minacciavano la salute degli abitanti delle case con sistemi di rifornimento inadeguati e non rispondenti ai requisiti odierni per quel che concerneva la sterilità, la purezza e le caratteristiche organolettiche (colore, odore, sapore, torbidità).
I PROBLEMI DI UNA VOLTA
Un tempo l’inquinamento veniva facilitato dalla cattiva costruzione delle fosse di scolo e dei pozzi neri; talvolta l’acqua conteneva sospese delle materie organiche; bisognava temere la presenza di microbi nocivi quale quello della dissenteria e di numerosi parassiti intestinali; ancora oggi si sospetta, in certe vecchie case, che il piombo dei tubi, delle saldature o delle cisterne si sciolga e venga poi ingerito assieme all’acqua potabile con tutte le conseguenze nocive ormai conosciute; l’eccesso o la mancanza di alcuni sali nell’acqua di certe zone rimane tuttora un fattore che può, a lungo andare, influenzare la nostra salute. Valutate quindi molto attentamente il suggerimento di alcuni puristi della salute, che consigliano di bere solo acqua distillata, perché “pura”; in effetti, quest’acqua è chimicamente pura, ossia difetta di sostanze minerali, fatto che si ripercuote però negativamente sull’organismo che necessita, per un funzionamento corretto, dei sali disciolti nell’acqua. La casalinga del passato, talvolta diffidente della qualità del liquido che usciva dal rubinetto (o che prelevava da un pozzo), era costretta a prendere certe precauzioni per non mettere in grave pericolo la salute di tutta la famiglia: un tentativo di incrementare la sicurezza dell’acqua destinata al consumo consisteva nella pratica di fare bollire grandi quantità di acqua dubbia, farla raffreddare poi in recipienti coperti e ridistribuirla man mano, in base all’occorrenza, in bottiglie e caraffe. Probabilmente senza saperlo, la bisnonna applicava così il principio della ridinamizzazione. dell’acqua, arricchendola, con i travasi ripetuti, dell’ossigeno che aveva perduto durante la bollitura.
COME POSSIAMO MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ACQUA OGGI
Oggigiorno, di solito, l’acqua del rubinetto è dichiarata potabile, pur presentando i difetti di odore e aspetto dovuti alle sostanze disinfettanti in essa contenute per poter, appunto, garantire l’innocuità per l’essere umano. Per l’acqua maleodorante di cloro possiamo tranquillamente applicare la saggezza passata: trattandosi di un gas volatile, basta far riposare l’acqua in recipienti aperti e l’odore invadente sparirà dopo qualche ora; travasando l’acqua così purificata in una caraffa, la si ossigenerà e le si farà riacquistare la sua vitalità naturale. Se con alcuni accorgimenti e piccoli interventi possiamo migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto, occorre, però, rendersi conto di altre insidie nascoste, a cui difficilmente si può rimediare con il fai da te.
In zone di attività agricola intensa l’acqua può essere arricchita di nitrati, conseguenza inevitabile dell’uso massiccio di fertilizzanti. Queste sostanze facilmente solubili in acqua si accumulano nelle falde acquifere e vengono così reintrodotte nel ciclo dell’acqua potabile, che giunge nelle nostre case.
L’ACQUA PIOVANA
Una volta l’acqua piovana (l’acqua dolce per eccellenza) veniva considerata un dono prezioso del cielo: veniva raccolta scrupolosamente e lasciata riposare in cisterne, nelle quali si liberava delle impurità eventualmente contenute. Era indispensabile per produrre del sapone buono e per la cura personale.
Quale casalinga del passato non ci racconta delle meraviglie di questo liquido regalato dal cielo come compenso per il brutto tempo, che fermava spesso i lavori necessari all’aria aperta? Oggigiorno, purtroppo, scheletri di alberi sono testimoni che la pioggia, una volta considerata un beneficio, in certe zone industriali si è trasformata in un flagello per la natura. La cosiddetta “pioggia acida” è caratterizzata da un pH compreso tra 2,5 e 4,5, dovuto all’aumento dell’inquinamento atmosferico e in particolare alla presenza di ossidi di zolfo nell’atmosfera. Quindi, il suo utilizzo in cucina o per la cura del corpo non è più consigliabile.
L’ACQUA DI SORGENTE
L’acqua migliore (ma raramente disponibile) sarebbe naturalmente quella di sorgente che sgorga da terreni profondi non contaminati e che viene filtrata attraverso molti strati terrosi o sabbiosi; abbiate cura, però, di berla solo a monte degli abitati e dei pascoli, altrimenti potrebbe essere inquinata da rifiuti organici.
L’acqua sorgiva, a prescindere dalla sua qualità in termini di purezza alla fonte, possiede un pregio che tutti i naturisti apprezzano in modo particolare: si tratta di acqua che dispone ancora della sua capacità primordiale di vitalizzare ogni cellula del corpo di chi la beve, perché nata essa stessa dal movimento libero e dinamico. Il suo valore terapeutico per gli organi emuntori, specie i reni, diventa dunque ovvio; altrettanto chiaro appare quindi che l’acqua di rubinetto che ristagna imprigionata nelle tubature, a volte per lunghi periodi, è carente di questa vitalità benefica; perfino l’acqua minerale, nonostante la sua purezza accertata e la sua composizione chimico fisica buona, presenta lo stesso difetto: è diventata la schiava inerte di una forma impostale, la botttiglia.
Chiunque abbia sorseggiato acqua di sorgente e desideri avere a disposizione dell’acqua con simili caratteristiche a casa, può trovare in commercio una fontana a forma di colonna di vetro, suddivisa in vari ripiani di piatti in ceramica, sui quali scorre l’acqua versata dall’alto; l’acqua dinamizzata in questo modo appare più compatta e “viva”, appunto come quella sorgiva.
LA DUREZZA DELL’ACQUA
Quale casalinga (pur magari non essendo a perfetta conoscenza della definizione chimica del termine “durezza”) non conosce gli effetti rovinosi dell’acqua troppo dura! Si trova impiegata in una lotta interminabile contro incrostazioni calcaree in bagno e in cucina (rubinetti, lavelli, caffettiera, bollitore dell’acqua…), deve affrontare i problemi del bucato (il grigio al posto del bianco e, alla peggio, una lavatrice rovinata dalla corrosione calcarea) e della cottura dei cibi (legumi che impiegano un’eternità a cuocere o, semplicemente, rimangono duri) nonché, come se non bastasse, deve sopportare il rendimento ridotto dello scaldabagno a causa di depositi calcarei all’interno. Chimicamente parlando, la durezza dell’acqua indica la quantità di ioni di calcio e magnesio in essa contenuti. La durezza, secondo una convenzione internazionale, è espressa in millimoli per litro (mmol/l), ma si usano ancora anche i cosiddetti gradi di durezza (francesi, inglesi o tedeschi). L’acqua proveniente dagli strati rocciosi talvolta può sciogliere una certa quantità di sostanze minerali, che la rendono di conseguenza “dura” e poco adatta all’uso domestico. Per quanto i sali biancastri che si depositano dovunque scorre l’acqua possano danneggiare gli impianti e gli apparecchi in casa, sembra però che siano innocui per la salute delle persone. Potete ottenere informazioni sul livello di durezza dell’acqua della vostra zona dalla centrale idrica di competenza. Chi volesse misurare periodicamente la percentuale di sali contenuti nell’acqua può procurarsi facilmente un sistema che si trova in ogni farmacia. La durezza si esprime in gradi tedeschi (°dH) o francesi (°T.H.).
Un metodo molto semplice per purificare l’acqua di durezza temporanea consiste nel farla bollire: l’acido carbonico si libera e fa precipitare il carbonato di calcio insolubile. In presenza di durezza permanente (che comprende i sali di calcio e di magnesio quali cloruri, solfati, ecc.) bisogna correggere l’acqua destinata alla pulizia con un po’ di soda (carbonato di sodio, per la pulizia) o con bicarbonato di sodio (per uso alimentare), perché i suddetti sali non subiscono trasformazioni in seguito a ebollizione. Perfino soltanto un pizzico di semplice sale da cucina migliorerà il gusto del vostro tè o caffè (anche in presenza di acqua troppo dolce, cioè contenente pochissimi sali, questo accorgimento potrà eliminare il gusto troppo acido del caffè).
Metodi professionali per correggere l’acqua
Per proteggersi su scala più larga dagli effetti nocivi dell’acqua troppo dura e per garantire una vita più lunga e un funzionamento migliore di apparecchi domestici quali la lavatrice e la lavastoviglie, soluzioni ecologiche possono essere l’applicazione di un addolcitore dell’acqua, che allontana gli ioni (che vengono catturati da una resina presente) responsabili della durezza dell’acqua mediante scambiatori ionici. Tale strumento, però, deve essere usato con accortezza poiché, arricchendo l’acqua di ioni sodio, si possono causare problemi alle persone che devono tenere sotto controllo il consumo di sale a causa di disturbi quale l’ipertensione. La rigenerazione della resina consiste semplicemente nell’immergere la resina in una soluzione concentrata di normale sale da cucina. Il sodio ricarica le molecole della resina e gli ioni metallici indesiderati vengono gettati direttamente nello scarico. Un’altra possibilità è l’uso di un filtro per trattenere le particelle solide, metodo che richiede però una procedura e una manutenzione accurate. Se state costruendo la vostra casa o se state per rifare o ampliare il vostro impianto dell’acqua, scegliete tubazioni di plastica dovunque potete. Le particelle minuscole dei sali contenuti nel l’acqua dura si depositano soprattutto sui metalli, diminuendo così nel tempo notevolmente la portata dei tubi d’alimentazione, che finiscono con l’otturarsi. Lo stesso strato di sali, una volta che ha coperto rubinetti e resistenze elettriche, ne ostacola il funzionamento corretto. La prevenzione è quindi, se possibile, la strada migliore.
Come combattere le incrostazioni di calcare
Usate dell’aceto caldo, che scioglierà immediatamente i depositi di calcare su tutte le superfici, rubinetti, nei filtri, ecc. Se volete far agire la soluzione per più tempo, per esempio attorno ai rubinetti, bagnate dei calzini vecchi con la soluzione e drappeggiateli attorno in modo che aderiscano bene.
QUANDO VIENE A MANCARE L’ACQUA
Per essere preparati per qualsiasi emergenza è sempre bene provvedere a una scorta di acqua potabile in casa.
Se venite a sapere che l’acqua di rubinetto è inquinata in seguito a tempeste, rotture o infiltrazioni delle condutture comunali, la prima cosa da fare è chiudere la valvola principale in casa per evitare che il liquido tossico si diffonda. In caso di inondazioni evitate il più possibile il contatto diretto con l’acqua contaminata, per esempio effettuate il lavaggio dei denti solo con acqua minerale o acqua disinfettata; lo stesso vale per la pulizia delle lenti a contatto. Se invece il vostro problema è “solo” la mancanza d’acqua, cercate di sfruttare, in situazioni disperate, le risorse d’acqua “nascoste” in casa: i cubetti di ghiaccio nel freezer, l’acqua nel boiler (staccate la corrente!), l’acqua nel serbatoio dello sciacquone (non quella presente nella tazza!) del gabinetto (se non sono state aggiunte sostanze chimiche), l’acqua che ristagna nelle vostre condutture (aprite il rubinetto al livello più alto della casa per introdurre dell’aria nelle condutture; uscirà qualche goccia d’acqua; procedete poi a prelevare l’acqua dal rubinetto che si trova al livello più basso della casa). Non aumentate il vostro fabbisogno giornaliero di liquidi mangiando dei cibi salati, preferite invece del cibo poco condito e che contenga già naturalmente molta acqua. Pertanto, prima di destinare dell’acqua sospetta all’uso alimentare o all’igiene del corpo, è opportuno purificarla dalle sostanze inquinanti. Escludete però a priori acqua di color scuro, maleodorante o con tenente materia galleggiante. Per purificare l’acqua in casa, premesso che in situazioni d’emergenza sarà difficile ottenere risultati perfetti con un metodo solo, è consigliabile, per maggiore sicurezza, combinare più metodi, in base alle esigenze e alle possibilità
-eliminazione di particelle sospese: lasciate che le impurità si depositino sul fondo del contenitore o filtratele attraverso un panno pulito oppure usate un filtro di carta per il tè o il caffè all’americana;
-bollitura dell’acqua: questo metodo eliminerà gran parte dei microrganismi, ma non rimuoverà sostanze chimiche e metalli pesanti. Fate bollire l’acqua per un minimo di dieci minuti. A raffreddamento avvenuto potrete migliorarne il gusto, restituendo all’acqua l’ossigeno perduto: travasate e ritravasate il liquido più volte da un contenitore pulito all’altro;
-aggiunta di cloro: usate le soluzioni disinfettanti apposite in commercio a base di cloro e cloruro di sodio. L’acqua trattata dovrebbe avere un lieve odore di cloro per essere sufficientemente disinfettata;
-compresse per purificare l’acqua: reperibili nei negozi di articoli sportivi e di campeggio (seguite le istruzioni);
-eliminazione di particolato tramite filtro costruito: praticate dei fori nel fondo di un secchio; coprite il fondo con ghiaia; appoggiateci sopra un panno ritagliato tondo e leggermente più grande del diametro del secchio; aggiungete del terriccio; ponete il secchio sopra un contenitore più grande e versateci dentro l’acqua da filtrare; il liquido risultante andrà disinfettato con un metodo adeguato;
-distillazione: potete costruire un congegno fatto in caso con pochi mezzi. Prendete una pentola grande e riempitela d’acqua a metà; girate il coperchio in modo che il manico si trovi in basso; fissate con dello spago una tazza al manico, in modo che si trovi in posizione dritta rispetto al coperchio rovesciato, che appoggerete così sulla pentola; assicuratevi che la tazza non sia a contatto con l’acqua. Fate bollire l’acqua per circa venti minuti e otterrete dell’acqua distillata, che sarà gocciolata dal coperchio nella tazza appesa. Con questo metodo si può anche distillare l’acqua di mare. La distillazione è in grado di eliminare microbi, metalli pesanti e sali.
Acqua ed elettricità
Spesso i problemi causati dalla mancanza (o dalla sovrabbondanza) d’acqua sono collegati più o meno direttamente a un’interruzione del servizio di energia elettrica. Per vari motivi, per esempio in periodi di grande caldo, è possibile che si verifichi il temuto “black out” dell’energia elettrica. Le persone, stremate e in cerca di refrigerio, mettono in funzione alla loro massima potenza aria condizionata, ventilatori, frigoriferi e congelatori, pesando così eccessivamente sulla capacità delle centrali elettriche di fornire sufficiente elettricità negli orari di picco. Qualche volta il crollo si verifica però anche per il cosiddetto “effetto domino”, possibile perché la fornitura di energia elettrica avviene a livello internazionale. La rete europea è interdipendente e, se c’è un problema in Svizzera, come successe nel settembre 2003, questo può far precipitare anche la rete elettrica italiana, visto che l’Italia dipende in buona parte dall’importazione di energia elettrica dall’estero. La mancanza prolungata di elettricità in casa colpisce innanzitutto gli alimenti che necessitano di basse temperature per evitare che deperiscano, sviluppino odori e microrganismi patogeni. Se l’interruzione si prolunga, sarà da osservare la seguente successione di consumo: impiegate dapprima qualsiasi alimento fuori dal frigo e a rischio di facile deperimento; adoperate poi il cibo in frigo; solo dopo cominciate a consumare le vivande tenute nel congelatore (si manterranno intatte come minimo per tre giorni, ma, ovviamente, non vanno ricongelate non appena torna l’elettricità). Ricordate anche che ogni volta che aprite il frigo o il congelatore verrà disperso del freddo; tenete quindi conto di ciò che vi è contenuto (memoria, lista) per non aprire inutilmente o troppo a lungo gli elettrodomestici. Il rendimento del frigo dipende anche molto dal fatto che tutte le guarnizioni di gomma siano intatte, per evitare una perdita energetica: tenetele ben pulite, asciutte e cospargetele di talco. Solo alla fine, se l’emergenza dovesse continuare, iniziate a prendere in considerazione il cibo in scatola o a lunga scadenza.
Se avete l’esigenza di tenere determinati farmaci in frigo, preparatevi per un’eventuale alter- azione della temperatura che potrebbe guastare i medicinali, conservandoli rigorosamente in confezioni protettive di polistirolo (riciclate eventualmente quelle con cui trasportate a casa il gelato artigianale). È altrettanto utile tener pronte, in luoghi facilmente accessibili, delle torce funzionanti (control- late ogni tanto l’efficacia delle pile) per evitare incidenti a causa di cadute al buio; le candele e i fornelli a gas da campeggio vanno usati con la dovuta cautela per non incorrere nel rischio di incendi o di esplosioni.