L’ottone è una lega di rame e zinco conosciuta e adoperata fin dall’antichità per la creazione di oggetti di pregio. Anche se spesso non ci facciamo caso, gli oggetti in ottone (o all’interno dei quali siano presenti componenti in ottone) nelle nostre case sono tanti, di dimensioni variabili e dai molteplici utilizzi. Possono essere in ottone le maniglie e le serrature delle porte, così come vasi, fioriere, portaombrelli, corrimano, letti, accessori per mobili, bastoni per tende, oltre a una varietà enorme di oggetti decorativi e semplici soprammobili.
Analogamente a quanto avviene per altri metalli e leghe, anche l’ottone è soggetto a fenomeni di deterioramento, che possono manifestarsi sotto forma di ossidazione, perdita della lucentezza, comparsa di macchie scure, fino alla scrostatura vera e propria, in cui lo strato di vernice superficiale salta del tutto, rendendo indispensabile l’intervento da parte di artigiani specializzati.
Escludendo quest’ultima eventualità, in tutti gli altri casi è possibile effettuare una pulizia accurata delle superfici in ottone, che nella maggioranza dei casi può da sola essere sufficiente a ripristinare il colore e la lucentezza originaria. Ovviamente non tutti gli oggetti in ottone possono essere trattati allo stesso modo. A prescindere dal sistema che utilizzeremo, bisogna tenere conto anche delle dimensioni. Se infatti un oggetto piccolo può essere immerso tranquillamente in un recipiente, le medie e grandi superfici vanno trattate in maniera diversa, pur presupponendo l’utilizzo dello stesso detergente.
Nel caso in cui l’oggetto di ottone sia soltanto sporco e desiderassimo pulirlo accuratamente, sarà sufficiente immergerlo in una bacinella d’acqua calda e sapone neutro. In alternativa a quest’ultimo potremo usare anche il comune detersivo liquido per i piatti. Trascorsi alcuni minuti (dipende molto dal tipo di sporco) dovremo risciacquare a fondo assicurandoci di eliminare qualsiasi traccia di sapone, e quindi asciugare bene con un panno morbido.
Qualora invece ci trovassimo di fronte, oltre alle comuni macchie di sporco, anche ai primissimi segni di ossidazione (annerimento) potremo procedere sfregando sull’oggetto una fetta di limone precedentemente immersa in aceto caldo salato. Questo antichissimo rimedio, tramandatoci dalle nostre nonne, ci consente di effettuare una pulizia accurata della superficie in ottone e di eliminare al contempo i primi segni di ossidazione. Una volta asciugato l’oggetto, sempre ed esclusivamente servendoci di un panno morbido, potremo procedere alla lucidatura, adoperando di uno dei tanti prodotti disponibili in qualsiasi ferramenta o ipermercato.
Il terzo sistema per la pulizia dell’ottone, riservato più che altro a tutte quelle superfici particolarmente soggette all’usura da contatto (pomoli e maniglie per mobili, chiavi, rubinetti) richiede innanzitutto che il componente in ottone venga prima smontato dalla sua sede; una volta fatto questo lavoro lo si immergerà in un recipiente nel quale avremo versato dell’ammoniaca, e qui lo lasceremo per alcuni minuti. Al termine dell’operazione (è sempre consigliabile lasciare agire l’ammoniaca per almeno 10/15 minuti), e solo nel caso di macchie persistenti, potremo spazzolare il pezzo servendoci di un pennello con setole di media durezza.
Un discorso a parte, infine, va fatto per tutte le maniglierie della nostra casa (porte interne, porte balcone, martelline per finestre, maniglioni e pomoli), soprattutto per quelle poste all’esterno. Molte aziende costruttrici infatti trattano preliminarmente l’ottone lucido con uno o più strati protettivi (PVC), il cui scopo è quello di conferire a tutta la superficie una prolungata resistenza all’ossidazione, al contatto, alle nebbie saline (ambienti esterni). Pertanto, qualsiasi ulteriore trattamento da parte nostra dovrà essere effettuato soltanto con prodotti specifici, e possibilmente dietro consiglio del rivenditore o del personale di una ferramenta specializzata.