Il sistema migliore per evitare infortuni di origine elettrica è di prevenirli, eseguendo regolari controlli delle condizioni delle parti dell’ impianto elettrico o degli utilizzatori di uso quotidiano e, inoltre, non trascurando di fare un’adeguata manutenzione.
A questo proposito, ci sembra utile e opportuno riportare qui di seguito alcune tra le regole più semplici e comuni, che hanno una validità generale:
Sostituire tutti i cavi, le spine. lepre se e gli altri componenti che si presentano in cattive condizioni. Fare particolare attenzione a:
-irrigidimento e crettatura (cioè fessurazione) esteriore di un cavetto volante, isolato in plastica o gomma;
-consumo della guaina esterna in plastica, gomma, calza tessile in modo che, in uno o più punti del cavetto volante, rimanga a nudo la parte interna, in rame, di un conduttore (caso tipico il cavo del ferro da stiro);
-condizioni anomale in corrispondenza della spina o dell’attacco all’utilizzatore (guaina esterna del cavetto sfilata, protuberanze o annodamenti del cavetto, annerimento dello stesso);
-deformazione, crettatura, rottura, annerimento di una presa, di una spina, dello zoccolo o della ghiera di un portalampada, della scatola, dello zoccolo o di altra parte di un interruttore, di un portafusibile, di un reattore, del supporto di un tubo fluorescente, di un interruttore a parete o volante, ecc.
Non effettuare mai una riparazione di fortuna mediante nastro isolante, spago o altro: sostituire sempre l’elemento avariato con uno nuovo.
Non sovraccaricare mai prese, spine, cavetti, prolunghe, facendo loro portare una corrente di intensità superiore alla loro portata. Ne deriva un surriscaldamento, che può dar luogo a un cedimento d’isolamento, a scintillio e, nei casi più gravi, a un principio d’incendio.
Nell’acquistare componenti e cavi nuovi per sostituire quelli invecchiati o usurati, scegliere sempre materiale di buona qualità e adeguatamente dimensionato. Si spenderà qualcosa di più, ma ci si tu
telerà contro guasti e si allontanerà il pericolo di principi d’incendio da surriscaldamento. Tener presente che, in linea di massima, molti componenti di forte portata sono composti di pezzi di ceramica, incombustibili e resistentissimi al calore; la presenza di elementi di porcellana all’interno di un componente (portalampada, presa, spina) lo qualifica di per sé come componente di qualità, adatto a portate rilevanti.
Prima di mettere in funzione un nuovo elettrodomestico di forte potenza (lavabiancheria, lavastoviglie, stufa elettrica, termosifone elettrico, forno elettrico, ecc.), esaminare la presa o le prese cui lo si intende collegare, in modo da rilevare se hanno una portata sufficiente. Alimentare, per esempio, un termosifone elettrico, che può aver una potenza di 4.000 watt e quindi assorbire una corrente di quasi 20 ampère (anche se non in modo completamente continuativo, essendo regolato da un interruttore termostatico interno a funzionamento automatico), attraverso una presa a parete da 10 o peggio da 5 ampère, è un errore tipico assai comune, fonte di guasti e di pericolo da surriscaldamento. Se si intende alimentare lo stesso elettrodomestico di forte potenza attraverso una prolunga anch’essa deve esser scelta di portata adeguata. In molti casi, per installare un nuovo elettrodomestico di forte potenza in condizioni di sicurezza, occorre derivare, partendo da un interruttore magnetotermico sistemato a valle del contatore, una nuova linea di adeguata portata, che termini con una presa altrettanto ben dimensionata, con inserito a monte un interruttore a levetta, ad azionamento manuale, con fusibili incorporati. Questo perché, nella zona ove va sistemato il nuovo elettrodomestico, non solo le prese esistenti hanno una portata insufficiente, ma anche i cavetti murati che vi fanno capo sono troppo sottili. Derivare una linea nuova e indipendente è tecnicamente corretto e molto più semplice che sostituire
i cavetti murati che vanno, con altri di portata maggiore, dall’interruttore generale a quella determinata presa.
INDIVIDUAZIONE DI CEDIMENTI INTERNI DEGLI ISOLAMENTI
Almeno ogni sei mesi, controllare tutti gli utilizzatori, toccandone con la punta di un cerca-fase le varie parti metalliche esterne mentre sono in funzione e dopo avere sconnesso il collegamento a terra, se questo esiste: se la lampadina interna al cercafase si accende, significa che all’interno dell’utilizzatore un isolamento ha ceduto. Se l’utilizzatore è collegato in maniera efficace e sicura a terra, la cosa può non aver rilevanza; se invece tale collegamento non c’è e a monte dell’utilizzatore non è installato un salvavita in perfetta efficienza, l’utilizzatore è pericoloso e va riparato immediatamente.
Ultimo aggiornamento 2025-02-01 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
FUNZIONE DEL SALVAVITA
Il salvavita costituisce un apparecchio di protezione di notevole efficacia, anche se presenta precisi limiti. In primo luogo, non interviene quando il folgorato venga contemporaneamente a contatto con un conduttore di fase e un conduttore di neutro. Interviene invece in modo sicuro nel caso si verifichi un inizio di folgorazione per contatto della persona con un conduttore di fase e un elemento a terra.
Il salvavita è un apparecchio molto sensibile, per cui va controllato nella sua efficienza ogni due o tre mesi, agendo sul pulsantino o la manopolina da esso portati, secondo le istruzioni del costruttore. Purtroppo, tale controllo viene largamente trascurato, per cui, dopo un certo tempo, l’apparecchio può risultare inefficiente o starato, cioè non più capace di intervenire quando dovrebbe.
Oltre a ciò, se, come è bene fare, gli utilizzatori potenzialmente più pericolosi sono collegati a terra e, all’interno di essi, si verifica una falla di isolamento anche molto modesta, il salvavita scatta e non consente il ripristino. Occorre allora, finché la falla di isolamento non è stata individuata ed eliminata, togliere il collegamento a terra dell’utilizzatore interessato o mettere fuori servizio il salvavita.
Terzo limite del salvavita è quello di intervenire, e non consentire il ripristino, se falle di isolamento, anche modeste, si verificano a carico di cavetti murati, giunzioni entro scatole incassate, prese incassate a parete. Tali perdite non sono pericolose, ma sono, per contro, difficili da individuare. Su impianti in queste condizioni, comuni nelle abitazioni non recenti, è impossibile installare il salvavita, che scatterebbe in continuazione. Occorrerebbe un lungo lavoro di ricerca e la sostituzione di ampi tratti di cavi, collegamenti e prese.
COMPORTAMENTO E PRECAUZIONI DURANTE IL LAVORO
Prima di effettuare qualsiasi intervento sull’impianto o su un utilizzatore a esso permanentemente collegato (lampada a soffitto, presa a parete, ecc.), far scattare in posizione ‘aperto” l’Interruttore generale, oppure l’interruttore (se esiste) inserito a monte della zona ove si deve lavorare. Se a monte di tale zona sono inseriti dei fusibili. rimuoverli.
Controllare che tale sezionamento sia veramente efficace, tentando di azionare utilizzatori fissi o mobili alimentati dalla zona sezionata dell’impianto.
Tali regole sono inderogabili, anche per interventi modestissimi. quali la sostituzione di una lampadina, di un interruttore incassato a parete, il rifissaggio di una presa a parete, che tonde a fuoruscire dall’incasso, o si è distaccata.
Nel caso si intervenga su un utilizzatore non permanentemente collegato all’impianto. sconnetterlo, sfilandone la spina, prima di effettuare qualsiasi intervento.
Effettuare controlli di isolamento, servendosi del cicalino alimentato da una batteria. di un tester (strumento di misura) o di un cercafase.
Ridurre ai casi assolutamente indispensabili i controlli su un utilizzatore o un componente in tensione ed effettuarli dopo aver risistemato, per quanto possibile, coperture e involucri, evitando assolutamente di toccare gli elementi metallici in tensione. In tale fase del lavoro, Il cacciavite e le pinze con impugnatura isolante sono di rigore, ma non costituiscono una assoluta sicurezza e per questo non devono dare la pericolosa illusione di poter operare liberamente su parti in tensione.