Se siete stati invitati a un evento speciale, vi consiglio non solo di munirvi per gli eventi tramite una lettura approfondita della materia, ma anche di prendere in considerazione un corso accelerato presso qualche istituto specializzato in questioni
di etichetta a tavola.
Per il resto dei comuni direi che sono sufficienti un atteggiamento civile e naturale, il buon senso e la conoscenza di qualche regola di base per assicurare che tutti i commensali si trovino a loro agio durante l’evento sociale.
Ecco le risposte ai quesiti più ricorrenti che possono sorgere nel corso di un pasto in compagnia.
Che postura si deve mantenere a tavola per evitare di sparpagliare del cibo?
Sedete dritti sulla sedia opportunamente avvicinata al tavolo, per evitare che dobbiate allungarvi goffamente in avanti, cercando di raggiungere il cibo sul piatto (è sempre il boccone che va alla bocca, non viceversa!), altrimenti rischiereste che il cibo cada dalle posate strada facendo tra il piatto e la vostra bocca.
Si possono appoggiare i gomiti sul tavolo?
I gomiti non c’entrano sul tavolo! Teneteli accostati al corpo, mentre potete appoggiare leggermente le mani sul tavolo fino a poco oltre i polsi.
Come funziona il self-service?
Il piatto di servizio va passato in senso antiorario, quindi avanza sempre verso la vostra destra. Non cercate di individuare i pezzi migliori, prendete semplicemente una porzione ragionevole dei pezzi più vicini a voi e che pensate di poter finire senza problemi. Se si tratta di cibo che si può mangiare con le mani, ponetelo comunque sempre sul vostro piatto prima di iniziare a mangiare.
A che punto si può iniziare a mangiare?
In una cerchia ristretta si aspetta che siano stati serviti tutti. In presenza di tanti invitati i padroni di casa chiederanno solitamente ai loro ospiti di iniziare subito, per evitare che si raffreddino le pietanze. Aspettate che due o tre persone oltre a voi siano state servite e cominciate a mangiare.
Si può parlare mentre si mangia?
Vostra madre ve l’avrà detto chissà quante volte: “Non parlare mentre mangi!”, per evitare che il cibo masticato in bocca si distribuisse in tavola o sui vestiti. Da adulti avrete acquistato maggiore destrezza nella gestione del cibo in bocca: se pertanto avete la sensazione di dover dare assolutamente un vostro contributo verbale alla conversazione, spostate il cibo che state masticando lateralmente in una nicchia della guancia in modo che non interferisca con la vostra lingua e rendete il vostro commento il più breve possibile.
Qual è la dimensione giusta dei bocconi?
Per facilitare quanto detto sopra e per non incorrere nel pericolo di produrre rumori molesti durante la masticazione, tagliate il cibo in porzioni sufficientemente piccole.
Come masticare il cibo?
Masticate quindi i bocconi a bocca chiusa e soprattutto con calma, per non dare l’impressione che dobbiate correre via o che della compagnia non v’importi niente.
Come vanno usate le posate?
In caso di presenza di più turni di posate seguite la regola “dall’esterno verso l’interno”; se avete dei dubbi osservate i padroni di casa o qualcun altro che sembra familiare con le usanze. Gli spaghetti vanno mangiati solo con la forchetta senza aiutarsi con il cucchiaio, al pesce vanno tolte prima la testa e la coda e, dopo aver mangiato il primo filetto, si procede a curare il secondo; la lisca si toglie con forchetta e coltello. Se interrompete l’uso delle posate per bere, appoggiatele nel piatto, con le punte rivolte verso il centro senza però incrociarle. A pasto terminato mettetele nella posizione di due lancette di orologio che segnino all’incirca le ore quattro (coltello) e venticinque (forchetta). Il lato tagliente del coltello andrà rivolto verso la forchetta.
Le posate non sono armi: pertanto non gesticolate con coltello e forchetta, soprattutto se c’è del cibo sopra. Rischiereste di ribaltare bicchieri, inforcare il cameriere che tenta di servirvi alle vostre spalle o di catapultare del cibo in faccia agli altri commensali.
Come usare i bicchieri?
In caso di più bicchieri vale la regola “da sinistra verso destra”, il primo costituendo quello per l’acqua seguito da quelli da vino. Il bicchiere non va mai alzato verso chi vi sta versando da bere. Ci si tamponano gli angoli della bocca prima e dopo aver preso un piccolo sorso. Non si tracannano mai grosse quantità alla volta.
Come va usato il tovagliolo?
Va spiegato solo a due terzi e posto sulle ginocchia, mai legato al collo. In realtà, il comportamento a tavola dovrebbe essere tale da rendere superfluo l’uso del tovagliolo, che pertanto, in occasioni formali, prende quasi esclusivamente un significato simbolico. Vanno tamponati solo leggermente gli angoli della bocca, perciò le signore non dovrebbero lasciare l’impronta del loro rossetto. A fine pasto riponete il tovagliolo sciolto accanto al vostro piatto, senza piegarlo o appallottolarlo.
Se, in un’occasione formale, il tovagliolo vi cade a terra, segnalatelo a un cameriere che lo raccoglierà e che ve ne porterà uno nuovo.
Come mangiare la minestra liquida?
Muovete il cucchiaio sempre nella direzione opposta a voi, riempitelo solo fino a due terzi della sua capacità e cercate di non introdurlo interamente in bocca. Non dividete la cucchiaiata in due sorsi.
Se è molto calda non soffiateci sopra, ma cercate di rimediare prelevandone solo piccole quantità alla volta. Verso la fine potete inclinare il piatto lievemente verso il centro del tavolo per raccogliere il resto del liquido.
Va da sé che è vietato sorbire rumorosamente la minestra.
Come si passano sale e pepe?
Dato che viene considerato scortese inclinarsi o distendersi in avanti in modo smodato, magari ostruendo la vista a qualcuno, strascicando la manica nella salsa del vicino o rischiando di dargli una gomitata nell’occhio, per raggiungere quanto vi occorre dovete farne richiesta ufficiale agli altri commensali.
I condimenti non vanno mai passati di mano in mano. Chi se li trova più vicini li prende su e li pone sul tavolo, accanto al commensale vicino, che farà altrettanto finché non giungono a chi ne ha fatto richiesta.
È considerato maleducato che qualcuno degli altri commensali approfitti e li usi “strada facendo”. Dovrà fare richiesta a sua volta dopo che il primo commensale richiedente se ne sarà servito.
Come si trattano i pezzi di cibo non commestibile (spine, ossetti, noccioli, ecc.)?
La regola fondamentale è che il cibo deve uscire dalla bocca nella stessa maniera in cui ci è stato introdotto. Se, per esempio, avete preso un’oliva con le mani, il nocciolo va rimosso dalla bocca tramite la mano. Se invece avete introdotto un pezzo di carne in bocca con la forchetta, sarà quella lo strumento per allontanare il pezzo di cartilagine che vi dà fastidio.
Il pesce rappresenta un’eccezione, in quanto è permesso usare le mani per togliere le spine dalla bocca: in certi casi sarebbe impossibile depositarle sulla forchetta senza sputare, il che sarebbe naturalmente da considerare peggiore dell’uso delle mani.
Se vi trovate nella condizione disperata di dover lottare con un pezzo immangiabile e troppo grande per essere rimosso graziosamente con la forchetta, ricorrete al tovagliolo per depositarlo discretamente e tenerlo nascosto fino a fine pasto.
In quali occasioni si può ricorrere all’uso delle dita?
I pezzi di pane vanno sempre staccati con le dita, mai tagliati. I carciofi si mangiano con le mani finché è possibile staccare le foglie; una volta arrivati al cuore, si procede con le posate. Gli asparagi possono essere mangiati con l’aiuto delle mani, purché non siano ricoperti di salsa. Il pollo non si mangia con le mani, si stacca la carne dall’osso finché è possibile, il resto va lasciato sul piatto.
Si possono mangiare tranquillamente con le mani biscotti, patatine fritte, hamburger, antipastini, crudité, panini imbottiti, piccoli frutti e frutta in grappolo.
Cosa si fa, se ci si deve allontanare dal tavolo?
Presentate le vostre scuse ai commensali, se dovete lasciare il tavolo durante il pasto (telefonata, situazione d’urgenza, ecc.). In caso che doveste andare proprio via prima della fine del pasto, date le necessarie spiegazioni per non suscitare l’impressione di esservi semplicemente stancati della compagnia. Tenete comunque possibilmente spento il vostro telefonino.
Si possono fare complimenti al cuoco/alla cuoca?
È sempre bello apprezzare la fatica della persona che ha lavorato per noi. Anche se non tutto fosse stato di vostro gradimento potreste cercare, senza necessariamente mentire, il lato positivo della minestra insipida (“Mi piace il gusto naturale degli ingredienti”) o della carne dura (“Certo che non c’era neanche un filo di grasso!”).
Anche i bambini devono seguire le regole base del galateo a tavola?
Sì. Considerando ovviamente la rispettiva età, potete introdurre man mano una regola alla volta.
Provate a seguire alcuni di questi consigli
Chiarite ai vostri bambini il fatto che le persone vengono giudicate anche in base al loro comportamento a tavola. Raccontate loro che George Washington (1732–1799), il primo presidente degli Stati Uniti, aveva messo a punto, alla tenera età di quattordici anni, le sue “Centodieci regole del comportamento civile e decente in compagnia e durante la conversazione”. Basandosi sulla traduzione di un testo francese in merito, sottolineava le virtù dell’autocontrollo e dell’atteggiamento morale e affettuoso nei confronti degli altri. Nel suo elaborato esortava i suoi connazionali, tra tanti altri ammonimenti, a non grattarsi a tavola, a non sputare i noccioli della frutta sul piatto, a non gettare alcun rifiuto sotto il tavolo e a non pulirsi i denti con il tovagliolo o eliminarne residui di cibo con la forchetta o il coltello.
Spiegate che esistono culture diverse con esigenze sociali diverse: i cinesi e i giapponesi risucchiano i cibi liquidi; un rutto, in diverse culture orientali, è considerato un complimento al cuoco; in certe culture africane si mangia il cibo esclusivamente con le mani, con la mano destra, a essere precisi… mentre dalle nostre parti tali comportamenti vengono reputati offensivi.
Sottolineate l’importanza dell’igiene a tavola: le mani vanno lavate e non ci si soffia il naso davanti al piatto altrui o in faccia a un’altra persona.
I momenti a tavola vanno vissuti consapevolmente: giocattoli, libri, animali domestici o altro non c’entrano. Precisate che i bambini non devono alzarsi dal tavolo quando vogliono, ma solo previo permesso ottenuto: devono imparare a riconoscere il pasto come evento sociale, anche
se esso si svolge in modo informale in famiglia.
Non ossessionate però i bambini. I pasti non devono diventare una lezione noiosa; introducete pertanto solo una regola per volta, possibilmente prima dell’inizio del pasto.
Esercitate dell’autocritica (seguite voi stessi le regole?) per dare credibilità a quello che cercate di insegnare, possibilmente in modo neutro, senza cadere in critiche pesanti. Per esempio: “Mi sembra un’ottima idea porre il tovagliolo sulle ginocchia. Così non ti sporchi i vestiti, se dovesse cadere del cibo!”.
In caso di gravi offese (trattamento improprio del cibo, rutti insistenti, ecc.) il bambino va allontanato dal tavolo, con le spiegazioni dovute ma con fermezza, e dovrà aspettare che gli altri finiscano il pasto senza le sue interferenze.
Di tanto in tanto preparate una cena “speciale”, durante la quale i bambini possano sfoggiare quello che sanno e vengano invitati a correggere i genitori (che commetteranno appositamente alcuni errori). Anche un libro sulle maniere da tenere a tavola può diventare una fonte di divertimento: i bambini lo consulteranno capitolo per capitolo, per mettere successivamente alla prova gli adulti stessi.
A cena fuori fate ordinare i bambini da soli e fateli assistere al pagamento del conto. Mettete in rilievo le cose che i vostri bambini sanno già e fate degli apprezzamenti espliciti in merito.