La paura di bagnare le piante troppo o troppo poco è giustificata, e quasi tutti i giardinieri principianti (ma anche quelli esperti!) vorrebbero un’unica, infallibile regola d’oro per avere la certezza di annaffiare nel modo corretto. Sfortunatamente, una regola del genere non esiste, perché ci sono molte variabili che possono influire sulla quantità d’acqua di cui le piante hanno bisogno e sulla frequenza delle annaffiature. Spifferi, umidità, aria condizionata, riscaldamento, vasi più o meno porosi, più o meno grandi… sono tutti elementi da considerare.
Qui sotto troverete qualche indicazione utile. Acquisendo una certa dimestichezza con i diversi tipi di contenitori, con i progetti e con le piante stesse, imparerete a riconoscere i loro bisogni
Indice
CRITERI GENERALI PER L’ANNAFFIATURA
Le piante a foglia generalmente vogliono maggiore umidità, mentre le piante con una struttura più rigida, incluse le cactacee, la lingua di suocera o quelle con il fusto legnoso, richiedono meno acqua. Tenetene conto se dovete scegliere la pianta migliore per voi. Non vi pesa annaffiare? Scegliete le piante a crescita rapida e quelle con più foglie. Siete un po’ distratti? Scegliete piante con foglie e fusto rigidi o più spessi.
A nessuna pianta in vaso piace stare nell’acqua stagnante. Se l’acqua finisce nel sottovaso e vi rimane per più di un giorno, svuotatelo. Quando rinvasate, includete sempre uno strato di drenaggio sul fondo del vaso.
Di solito, vasi e contenitori più piccoli vanno annaffiati più spesso. È sbagliato pensare di dover bagnare di più i vasi grandi, per impregnare d’acqua ogni centimetro di terriccio. Come regola generale, se il vaso ha un foro di drenaggio, l’acqua per annaffiarlo dev’essere pari a un terzo del suo volume.
Quando annaffiate una pianta in un portavaso (senza foro di drenaggio), dimezzate il volume d’acqua e raddoppiate la frequenza delle annaffiature. Aggiungendo uno strato di sassolini o ghiaia sul fondo del vaso prima di piantare, potrete permettervi di eccedere un po’ con le annaffiature. Diventando più esperti, riuscirete a intuire di che cosa ha bisogno la pianta.
Un programma regolare potrebbe aiutare i giardinieri principianti, ai quali non basta uno sguardo per capire se è il momento di annaffiare. Scegliete un giorno (o più giorni, secondo i bisogni delle vostre piante) e instaurate una routine; ma siate pronti anche a cambiare quando per esempio portate a casa una pianta nuova. Riconsiderate il programma valutando se è adatto anche all’ultima arrivata. Se non lo è, cambiatelo.
u Internet si legge che con le piante in casa bisognerebbe usare solo acqua filtrata o in bottiglia. Io invece penso che, se noi possiamo bere l’acqua del rubinetto, possono farlo anche le piante. Se sapete che è acqua molto clorata, lasciatela all’aperto per un paio di giorni prima di annaffiare: si declorerà.
Sto annaffiando troppo la mia pianta? Un modo facile per sapere se state annaffiando troppo consiste nel verificare se c’è acqua nel sottovaso. A nessuna pianta piace stare in troppa acqua, ma alcune lo detestano al punto di tentare il suicidio. Se vi accorgete che c’è troppa acqua nel sottovaso, dopo un giorno eliminatela e annaffiate un po’ meno la prossima volta. La regola generale è dare più acqua e un ambiente più umido alle piante fogliose (come le felci) e meno a quelle dotate di struttura e di foglie più rigide.
COME ANNAFFIARE LE PIANTE
Due volte alla settimana, osservate le piante di casa vostra per capire se hanno bisogno di acqua. Ecco cosa dovete cercare
Segni di eccesso d’acqua
-odore di muffa
-terriccio che non si asciuga mai
-piccoli insetti (mosche o moscerini) sulla superficie del terriccio
-le foglie più in basso diventano gialle
-le foglie più in basso diventano marroni
-foglie mollicce o macchie
Segni di mancanza d’acqua
-afflosciamento
-avvizzimento
-punte o margini delle foglie accartocciati e marroni
-foglie ingiallite in punta o a metà.
Avvertenza: una pianta che necessita di essere rinvasata perché ha le radici aggrovigliate o il terriccio impoverito potrebbe manifestare gli stessi sintomi della scarsità d’acqua. Se non avete modificato la cadenza delle annaffiature ma la vostra pianta manifesta questi sintomi, provate a rinvasarla con terriccio universale biologico e ad annaffiarla con una soluzione batterica da inoculo, oppure spezzate 2 cm superficiali di terriccio e aggiungete un po’ di terriccio fresco per aiutare la pianta a superare il momento di difficoltà.
Per le piante in vaso ci sono ottimi sistemi che aiutano le radici a prendere tutta l’acqua che serve, e non una goccia di più. Il mio preferito è il Blumat, un cono di terracotta fabbricato in Austria che trasferisce l’acqua attraverso un sottile tubo di plastica da un recipiente che dovete tenere colmo. Consente alla pianta di prendere solo l’acqua che le occorre ed è particolarmente utile in caso di lunghe assenze o vacanze.
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Dispositivi di rilevamento dell’acqua, dalle strisce agli oggetti che cambiano colore, ai sensori digitali come Thirsty Light aiutano a capire quando è il momento di annaffiare; però funzionano solo per piante che tollerano di prosciugarsi completamente tra una bevuta e l’altra, perché è la totale mancanza di umidità a innescare l’indicazione di annaffiare.
Ultimo aggiornamento 2025-01-27 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Come si annaffiano le piante appese? Il modo migliore è tirarle giù, anche perché alcuni progetti come i kokedama, hanno bisogno di essere praticamente sommersi. Per tenere i recipienti di vetro puliti e scintillanti, estraete le piante dalle sfere sospese prima di nebulizzarle o immergerle nell’acqua. Mettete le altre piante in una vasca o nella doccia prima di annaffiarle e lasciate che si asciughino completamente prima di riappenderle.